È ormai assodato che l’utilizzo di strumenti digitali nella gestione dei processi aziendali in qualsiasi settore sia assolutamente inevitabile e quindi obbligatorio.
Sviluppando l’attività di executive manager, negli ultimi tempi mi è capitato di confrontarmi con realtà che inevitabilmente dovevano attuare una trasformazione digitale.
Sto parlando di aziende consolidate che, nella maggior parte dei casi, avvertono l’innovazione tecnologica come una minaccia che potrebbe limitare la fluidità dei processi piuttosto che agevolarla e, in molti casi, essendo obbligati a integrarla, tendono a perseguire decisioni istintive che comportano elevati investimenti con il rischio di scarsi risultati.
È un po’ come se la paura di imprenditori e manager di tali aziende li spingesse proprio verso il risultato indesiderato.
Come se, non credendoci e sentendosi obbligati, si auto boicottassero.
Diverso invece è l’atteggiamento delle start up che, grazie alla loro organizzazione snella, hanno la possibilità di attivare delle decisioni orientate in più possibili step da integrare in un processo evolutivo accettando sin dal principio eventuali errori che fanno parte dello specifico processo di chi, pur avendo già fissato un obiettivo, ricerca la giusta rotta.
Il confronto tra queste due opposte situazioni portatrici di opposte opportunità e problematiche, ci permette di individuare, laddove astutamente condensate nelle giuste personalizzazioni, le soluzioni ottimali per ogni situazione.
Per la start up si tratterà di un’inizializzazione digitale sostenuta dalla forza della flessibilità di una struttura vergine ancora da costruire, ma che probabilmente soffrirà la scarsità di reportistica derivante dalle informazioni dei clienti e, come spesso accade, della carenza di economicità per gli investimenti.
Dall’altra parte, per le aziende consolidate, la trasformazione digitale sarà coadiuvata da una mole di dati storici significativi e da interpretare, maggiori possibilità di investimento e, in contrapposizione, maggiore rigidità derivante da processi consolidati che hanno permesso all’azienda, negli anni, di raggiungere il successo e quindi risultano difficilmente rinnegabili.
Non è vero che la verità sta nel mezzo, ma di sicuro l’azienda consolidata potrà, sfruttando i vantaggi competitivi sopra citati e i talenti presenti nella struttura, affrontare gradualmente, con obiettivi chiari e specifici, il percorso di trasformazione, ricercando un innesco da start up per ogni progetto evolutivo individuato, adottando modelli di business basati sull’apprendimento derivante da esperimenti continui: una sorta di intelligenza artificiale personalizzata.
Stefano Pigolotti
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